
Formazione sul campo per gli ingegneri biomedici del futuro: visita tecnica al nuovo plesso hi-tech dell’AORN di Caserta
26 Maggio 2025
Sanità e sicurezza, nuovi ospedali per un’Italia più resiliente: la relazione del Prof. Magliulo al Senato
4 Dicembre 2025
Formazione sul campo per gli ingegneri biomedici del futuro: visita tecnica al nuovo plesso hi-tech dell’AORN di Caserta
26 Maggio 2025
Sanità e sicurezza, nuovi ospedali per un’Italia più resiliente: la relazione del Prof. Magliulo al Senato
4 Dicembre 2025Il contributo del progetto ENRICH al XX Convegno ANIDIS di Assisi 2025
Il XX Convegno ANIDIS – L’Ingegneria Sismica in Italia, svoltosi quest’anno nella suggestiva cornice di Assisi, ha rappresentato un momento di grande rilievo per la comunità scientifica e professionale che si occupa di rischio sismico e resilienza del costruito. La scelta delle sedi, tra il Complesso Monumentale della Basilica e del Sacro Convento di San Francesco e il Palazzo Bernabei dell’Università di Perugia, ha conferito all’evento un valore simbolico profondo: luoghi che raccontano la storia, la fragilità e allo stesso tempo la forza di un territorio che, negli ultimi decenni, è stato più volte duramente colpito da eventi sismici di grande entità. Non a caso, proprio Assisi fu teatro del drammatico sisma del 1997, che provocò ingenti danni e portò alla parziale distruzione della Basilica di San Francesco, evento scolpito nella memoria collettiva e divenuto riferimento emblematico nella riflessione italiana sul rischio sismico.
Il convegno, tenutosi dal 7 all’11 settembre 2025, ha offerto un quadro ampio e articolato sulle sfide attuali e sulle prospettive future dell’ingegneria sismica nel nostro Paese. Il patrimonio edilizio italiano, eterogeneo e stratificato per epoche costruttive, rappresenta un unicum nel panorama internazionale, con una vulnerabilità accentuata non solo da fattori strutturali, ma anche dalla presenza diffusa di edifici storici, opere strategiche, infrastrutture critiche e sistemi edilizi spesso privi di criteri di progettazione antisismica. La successione degli eventi tellurici che hanno colpito l’Italia – dall’Umbria-Marche del 1997, passando per L’Aquila nel 2009, l’Emilia-Romagna nel 2012, fino alla sequenza del Centro Italia del 2016–2017 – ha evidenziato come sia ormai indispensabile affrontare il tema del rischio in un’ottica multidimensionale, nella quale il rischio sismico interagisce con altre forme di pericolosità, come quella idraulica e geologica, chiamando a una revisione integrata degli strumenti analitici e progettuali disponibili. In questo contesto, il Convegno ANIDIS ha messo in luce come la ricerca tecnico-scientifica stia compiendo passi significativi sia sul fronte della valutazione delle strutture esistenti sia in quello delle nuove realizzazioni, puntando su metodologie sempre più avanzate, su tecniche di indagine innovative e su criteri progettuali orientati alla sostenibilità e all’affidabilità strutturale. La capacità di conciliare sicurezza, costi di ciclo di vita, prestazioni funzionali e sostenibilità ambientale è emersa come una delle sfide più complesse e urgenti per le generazioni future di progettisti.
All’interno del programma scientifico, una rilevanza particolare è stata attribuita alla sessione dedicata agli elementi non strutturali, alle reti tecniche e agli impianti, un ambito di ricerca che negli ultimi anni ha assunto un ruolo centrale. Infatti, la risposta sismica degli elementi non strutturali è potenzialmente associata a (a) interruzione dei servizi e perdita di funzionalità degli edifici, in particolare di quelli destinati a funzioni critiche come gli ospedali, (b) danneggiamento sismico e significative perdite economiche e (c) perdite in termini di vite umane. In questo scenario si inserisce la sessione speciale SS23 – Nonstructural Elements in Civil Engineering: Seismic Vulnerability, Risk, and Mitigation Strategies del Convegno ANIDIS, organizzata dal Prof. Gennaro Magliulo, coordinatore del PRIN ENRICH, insieme al Dott. Gianluca Quinci, Prof. Cristoforo Demartino, Dott. Mariano Zanini, Prof. Daniele Perrone e Prof. Alessandro Contento.
Nell’ambito di questa sessione, il Prof. Magliulo ha illustrato i risultati più recenti del progetto ENRICH. In particolare, l’intervento ha evidenziato come la resilienza delle strutture ospedaliere non possa essere interpretata esclusivamente attraverso la valutazione della risposta strutturale dell’edificio, ma debba integrare in modo sostanziale lo studio delle prestazioni dei numerosi elementi non strutturali che ne garantiscono l’operatività. Gli impianti, le reti tecniche, le partizioni interne, i controsoffitti, gli arredi medicali e le apparecchiature specialistiche rappresentano componenti essenziali per la continuità del servizio sanitario, e pertanto richiedono analisi mirate, specifiche e differenziate rispetto a quelle generalmente adottate per le strutture portanti.
Il progetto ENRICH ha previsto una fase preliminare di ispezioni approfondite nelle strutture ospedaliere selezionate, finalizzate alla mappatura dei componenti critici e alla loro classificazione in base al ruolo funzionale e alla potenziale vulnerabilità sotto azione sismica. Questa attività, condotta in stretto coordinamento con il personale tecnico e sanitario, ha permesso di individuare differenti categorie di elementi a rischio, tra cui i sistemi architettonici che delimitano gli spazi di degenza e operatività, le reti idriche e di distribuzione tecnica che garantiscono l’approvvigionamento e la sicurezza degli ambienti, e l’intera gamma degli elementi contenuti negli edifici, dai macchinari sanitari alle attrezzature necessarie per le attività diagnostiche e terapeutiche. Parallelamente alle ispezioni, i team di ricerca del progetto hanno sviluppato un ampio repertorio di analisi numeriche avanzate e di prove sperimentali, mirate a identificare le modalità di risposta degli elementi non strutturali sotto sollecitazione sismica. Attraverso modelli matematici, simulazioni dinamiche e test su componenti reali, sono stati messi in evidenza i comportamenti più ricorrenti, le criticità dinamiche, le interazioni con la struttura principale e i limiti di capacità che possono condurre a danneggiamenti anche in presenza di azioni sismiche moderate. Questo approccio integrato ha consentito non solo di comprendere meglio la vulnerabilità dei singoli componenti, ma anche di definire misure quantitative rappresentative della loro capacità e sicurezza, offrendo un riferimento utile per la progettazione, la valutazione e la pianificazione degli interventi.
Uno dei risultati più significativi emersi dal lavoro del gruppo ENRICH riguarda la necessità di adottare un approccio sistemico alla valutazione degli elementi non strutturali, riconoscendone il ruolo essenziale nel garantire la continuità operativa delle strutture sanitarie durante e dopo un evento sismico. L’analisi ha mostrato che, in molti casi, il danneggiamento degli impianti o delle reti tecniche rappresenta il principale fattore di interruzione dei servizi, anche quando la struttura portante dell’edificio non subisce danni rilevanti. Questo aspetto, spesso sottovalutato nelle tradizionali procedure di progettazione e verifica, assume un’importanza critica nei contesti ospedalieri, dove la funzionalità delle apparecchiature e degli impianti è direttamente collegata alla sicurezza dei pazienti e alla capacità della struttura di garantire assistenza in condizioni di emergenza. Il contributo del Prof. Magliulo ha inoltre sottolineato come gli sviluppi metodologici ottenuti nel progetto ENRICH possano costituire una base significativa per l’evoluzione delle normative tecniche e delle linee guida riguardanti la progettazione antisismica degli elementi non strutturali. La disponibilità di dati sperimentali e di modelli numerici affidabili permette infatti di affrontare con maggiore precisione la definizione dei livelli prestazionali richiesti, la valutazione della compatibilità tra diversi sistemi tecnici e l’individuazione delle misure di mitigazione più efficaci. In questo senso, il progetto contribuisce non soltanto a migliorare la sicurezza delle strutture ospedaliere, ma anche a promuovere una cultura della prevenzione che riconosce il valore strategico degli elementi non strutturali all’interno del più ampio quadro della resilienza infrastrutturale in Italia.
All’interno del convegno, la presentazione dedicata al progetto ENRICH ha stimolato un dibattito particolarmente ricco, mettendo in relazione le esperienze maturate nel settore sanitario con quelle relative ad altri ambiti in cui gli elementi non strutturali svolgono un ruolo chiave per la continuità dei servizi. Ne è emersa la consapevolezza che, per garantire edifici e infrastrutture realmente resilienti, sia necessario un miglioramento continuo dei metodi di analisi e delle strategie di intervento, con un’attenzione crescente alle interdipendenze tra elementi strutturali e non strutturali. La centralità attribuita a questi temi conferma l’importanza del lavoro svolto e apre la strada a future collaborazioni scientifiche mirate ad ampliare ulteriormente il livello di conoscenza e la capacità di risposta del sistema edilizio italiano.
